IL MISTERO DELLA “GRÜTA”
( guido araldo e marina)
Sabato 23 aprile, il gruppo speleologico Teses di Vercelli è venuto a Saliceto a filmare le nuove scoperte che saranno messe in onda su Italia1 prossimamente.
I simpaticissimi ragazzi del Team ci hanno accompagnato nelle loro esplorazioni, dandoci la possibilità di vivere delle nuove avventure.
Il fondatore del gruppo, Luigi Bavagnoli, la moglie Stefania , Andrea e Francesco , con alcuni amici di Saliceto tra cui, Guido Araldo, Augusto Armellino ( proprietario della grutta),Pier Dotta, Patrizia e Mirko, Christian Borrelli, naturalmente io e mio figlio Alessandro, sotto una pioggia battente, siamo andati a visitare questa straordinaria grotta scavata nel tufo, lunga circa 80 metri che termina con una bellissima “camera” con vasca piena d’acqua limpidissima.
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( galleria in tufo)
Collegato sicuramente a Caristum è il misterioso sotterraneo della “Grüta”: una “galleria” unica non soltanto sulla “Terra Alta Langasca”, ma in tutto il Piemonte.
Si trova sulla collina a settentrione, di fronte alla collina della Margherita, ora della Rosa: la collina della Nigia, in posizione assolata.
(Christian e Patrizia pronti ad entrare)
Si tratta di un ampio e grande sotterraneo, con solide volte e mura in pietra, che s’inoltra per circa 150 metri all’interno della collina e termina in una stanza quadrata di circa quattro metri per cinque, attualmente in parte allagata a causa delle infiltrazioni d’acqua. Il sotterraneo è straordinariamente alto: percorribile da un uomo di alta statura senza che si debba chinare; largo al punto da permettere il transito a tre uomini affiancati. Le volte sono a botte, oggi ancora ben conservate, nonostante alcuni cedimenti.
Il sotterraneo non è visibile poiché una casa colonica ne occulta l’accesso. Si tratta presumibilmente di una costruzione antichissima, rimaneggiata più volte nel corso dei secoli fino a essere in cascinale.
( Guido Araldo e Pier Dotta davanti all’entrata celata della Grutta)
Ancora in tempi recenti questo straordinario cunicolo era utilizzato come eccellete cantina…
Si desumere, con grande probabilità, che si tratti di una tomba antichissima, monumentale, dove fu sepolto un re o regina liguri. In seguito utilizzata come rifugio durante le invasioni barbariche e saracene.
( Guido Araldo e Pier Dotta, alle loro spalle si intravede la volta in pietra che delimita l’entrata alla caverna)
Un riutilizzo non è da escludere neppure dai cavalieri templari, la cui presenza a Saliceto è attestata dalla collina della Rosa: furono, infatti, loro a mutarle il nome da Margherita in Rosa!
(Stefania dei Teses apre la strada al gruppo )
La Grüta si trova in località Nigia, nome che deriverebbe dal greco e significherebbe luogo oscuro, nonostante sia uno dei luoghi più assolati della Val Bormida; nome davvero illuminante, che lascia intendere la presenza di una necropoli.
( marina durante la il percorso incontra un abitante della grutta:un pipistrello)
Una necropoli che potrebbe essere molto vasta poiché, più in alto a settentrione, in località Präia, in tempi recenti sono state rinvenute tre tombe a capanna, risalenti probabilmente all’età imperiale romana o tardo imperiale.
Peraltro mi è nota l’esistenza, sul versante meridionale della collina della Margherita, di un’altra tomba, altrettanto monumentale, questa volta verticale, a tholos, come quelle di Micene, rinvenuta durante lo scavo di un pozzo…
( la straordinaria camera in fondo alla Grutta con vasca piena d’acqua)
Un altro sito interessante si trova in prossimità del Cian Caramé (Piano Caremello o Chiaramello), dominato da un poggio noto come ‘r brich dra fumra morta (la collina della donna morta). Anche in questo caso un toponimo rivelatore! Allude probabilmente a un’antichissima tomba, forse un sarcofago, attribuito a una donna per i monili che conteneva. Tanto bastò, a ogni modo, per attribuire al luogo quel nome singolare.